giovedì 2 agosto 2012

RITARDO SNELLENTE


“È tardi, è tardi, è tardi tardi assai!” disse un bel dì il Bianconiglio ad Alice.
 E non si può certo dire che sia una di quelle classiche cose che capita solo ed esclusivamente nelle favole, anzi…! Se ripenso alla Favola di Alice nel Paese delle Meraviglie, sembra tutto tranne che una di quelle classiche storielle romantiche in cui la protagonista ha l’enorme fortuna di trovare il principe azzurro della sua vita per puro caso mentre fa una bella passeggiata in un bosco, per poi essere mantenuta a vita in un castello meraviglioso diventando magicamente (nel vero senso della parola) una regina da urlo. No no Alice è una ragazza come tutte noi. Una ragazza sognatrice che per evadere dalla routine della vita quotidiana si rifugia in un mondo per lei meraviglioso, senza principi azzurri, senza vestiti lussuosi che compaiono per magia (beata Cenerentola!) o piccole fate che ti puliscono la casa, ti fanno torte e vestiti di tutti i colori (Aurora la sapeva lunga su questo). Il Mondo delle Meraviglie non ti da certo la pappa pronta anzi… Alice ne uscirà distrutta! Non è certo facile stare al passo del Bianconiglio sempre e perennemente in ritardo, capire quale strada sia la migliore, districarsi tra labirinti infernali… E, soprattutto, sopravvivere ad una regina cattivissima pronta a tagliarti testa se non le vai a genio! Ma in fondo, che divertimento ci sarebbe ad avere già tutto quello che si vuole senza nemmeno faticare e sfruttare le proprie capacità per ottenerlo? Io oggettivamente potrei essere felice, ma solo per poco tempo. Dopo un po’ mi annoierei a morte: bisogna guadagnarselo il successo e questa è la meraviglia del mondo di Alice e anche del nostro.
Credo che “Alice nel Paese delle Meraviglie” sia un romanzo incredibilmente attuale e realistico perché, per quanto racconti di un mondo immaginario, in realtà questo mondo è simile a quello reale, più di quanto da bambina avrei mai immaginato. Ogni giorno è una continua lotta contro il tempo: corri di qua, corri di là e il tutto per cercare di aggiustare quel “piccolo ritardo” causato da forze a noi sconosciute che ogni volta prendono il sopravvento ahahah! E il capo può seriamente diventare come la regina cattiva che taglia le teste ai negligenti e fa passare le pene dell’inferno a chi non si impegna a dovere.

Ma in tutto questo il lato positivo c’è… Il ritardo ti fa correre e la corsa ti fa rimanere in forma! Certamente il Bianconiglio non era in ottima forma e lo si notava soprattutto dal suo bel panciotto pronunciato, ma Alice avrà perso un bel po’ di chili a seguire così assiduamente quel maledetto coniglio bianco! Insomma, quando siamo in ritardo cerchiamo i percorsi più brevi che ci fanno risparmiare anche pochi minuti, come fare le scale piuttosto che usare le scale mobili o l’ascensore oppure camminare come pazzi infuriati e in casi estremi addirittura correre come se ci fosse in atto una gara centrometristica (con grande imbarazzo da parte dei passanti attoniti). Ma spesso questi pochi minuti preziosi ci fanno arrivare puntuali a destinazione, anche se col fiatone e un po’ sudaticci. Perché allora partire puntuali quando si può sfruttare il ritardo per fare attività fisica? Questo è un bel dilemma cavolo: ritardo o non ritardo? Io voto per il ritardo snellente ahahah 


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